martedì 19 febbraio 2013

SPOT SCONOSCIUTI: VALDINFERNO


La grotta delle fate
Con questo post vorrei cominciare un piccolo tour di più puntate sulle aree boulder misconosciute del cuneese che secondo me andrebbero rivalutate o che semplicemente per me hanno un significato particolare. Valdinferno, Remondino, S.anna di Vinadio, Sorgenti del Maira, ecc… tutti posti che, vuoi per la lontananza, per la difficoltà di accesso, per il meteo particolare, nel corso del tempo sono stati semi-dimenticati ma che invece regalano delle chicche, dove spesso si sono scritte pagine importanti della storia dell’arrampicata della Granda. Ai tempi la nostra bibbia era Boulderdoc, una vera e propria raccolta dei vari siti del cuneese e oltre scritta da 3 veri appassionati di boulder, che tutt’ora resta ancora un validissimo aiuto per andare alla ricerca o riscoprire alcune aree, come per noi ultimamente è stato al Remondino.
Sicuramente Valdinferno, dopo Rastello, è stato il posto che ho frequentato di più in questi anni: prettamente invernale come spot (anche se alcuni ci vanno praticamente tutto l’anno: d’estate con alcune condizioni meteo particolari, non è raro arrampicare con la maglia), la cui roccia esige il freddo secco per dare il meglio, raccoglie massi e passaggi mitici. Alla grotta delle fate salite come “Dal profondo”, nell’epoca degli 8A in scarpe da ginnastica, attendono ancora una prima ripetizione (addirittura la diretta una prima salita…), oppure ancora “Check-up” nell’area superiore, solo 6A, può mettere a dura prova anche chi il 7 lo sale in facilità, oppure problemi che testimoniano il passaggio di personaggi come Berhault che qui hanno lasciato dei regalini interessanti ai posteri. Quando la neve seppellisce ogni cosa dalle altre parti, qui si scala in maglietta (se siete fortunati…), oppure dopo giornate di pioggia, quando la palestra sembrerebbe l’unica soluzione, alla grotta delle fate magari non avrete la sicurezza di un’aderenza ottimale ma di un po’ di ghisa sicuramente. Tutto il potenziale sembrerebbe esaurito ma basta girare un po’ di più o salire in alto verso la costa bruciata ed appaiono nuove opportunità, anche non prettamente boulder, dato che spesso s’incontrano pareti e fessure che sembrano fatte apposta per accogliere friend e nut.  
L'interruttore
Il più grande valorizzatore nel tempo di quest’area è stato il mitico Giova Massari: su alcuni suoi passaggi straditosi ci si trova spesso, diciamo così, in imbarazzo (provare per credere: Gillette, nell’area bassa…) e tenuto conto che qui di piatte ne troverete poche preparatevi a strizzare all’inverosimile. Come dicevo poco sopra anche il grande Core è passato di qui lasciando un regalino di tutto rispetto con la sua “Dal profondo”, solo 7C, che metterà alla prova ogni singolo muscolo e oltre del vostro corpo: una linea eccezionale che sale lo strapiombo della grotta delle fate su tacche indecenti, con movimenti che richiederanno tutta la vostra body tension. Le varianti a sx verso “Nenea”, più facile, e a dx, ancora più dura vi faranno trascorrere una giornata di tutto rispetto. Se tutto questo non vi fosse ancora sufficiente, sempre alla grotta, troverete anche di che allenare la vostra resistenza con la “Storia infinita” che nella sua versione originale la attraversa interamente da sx a dx,  per un solido 7C oppure sempre nello stile, ma più facile anche se bellissima, la “fessura delle fate”, la linea più logica ed evidente.
Girando per il bosco, guidino alla mano o accompagnati da qualche local (diversamente non è così semplice) potrete provare passaggi bellissimi: qui di seguito una piccola lista di quelli che ho fatto o provato e che più vi consiglio.



·         Masso Muschiato, settore basso (parcheggio al primo tornante) “Extraplat” ss, uno dei pochi passi che, come dice il nome stesso, non vi obbligherà ad arcuare a morte per un solido 7A+
·        Masso di Carlo, settore basso  il bellissimo traverso di 7A “Non senza grazia” ss, con movimenti di pura goduria ed uscita per niente banale
·         Masso di Federico, settore basso “Gillette”, 6C+: vi consiglio di provarlo ad inizio giornata, con la ferma intenzione di non farci più di 3-4 giri se avete voglia di arrampicare nei giorni successivi. Movimenti su listine che vi segneranno a fondo…
·         Masso Amanita Phalloides, settore medio (parcheggio al secondo tornante) la classica e stupenda traversata di “Amanita Phalloides”, un 6C di altri tempi; sullo stesso masso l’esplosivo blocco della “Pruetta” ss, sullo stesso grado del precedente
·         Masso il Becco, settore medio lo “Spigolo del becco” ss, una delle novità più belle di Valdinferno secondo me, un 7A mix di compressione e tacche da stringere, con un uscita da non sottovalutare
·         Grotta delle fate, settore alto (parcheggio al secondo tornante) onestamente su questo masso tutti i passaggi sarebbero da provare, è difficile consigliarne alcuni a discapito di altri. Sicuramente “Dal profondo” se volete mettere mano ad un 7C che è rimasto tale nonostante la conversione in euro che si vede spesso in giro sui gradi di molti blocchi. Niente da dire, da provare! Come detto prima straconsigliate anche “La fessura delle fate” e “La storia infinita”, in cui la resistenza fa da padrona; sempre qui, la prua di “Titanic” oppure il bellissimo muro verticale di “Australia”, entrambi intorno al 6C per 2 stili di arrampicata completamente diversi. Infine, ma per me molto importante, “Trésor”, una connessione-traversata di 7A+ con movimenti stupendi, ai tempi uno dei miei primi blocchi duri!
·         Masso Rolling Stones, settore alto oltre alla già citata “Check-up” con le sue diverse varianti, ma soprattutto nella versione originale, la storica “Se chanto”, traverso di 7B+ molto impegnativo e ditoso
·         Masso la Cosa, settore alto la “Sparata”, un blocco di 7B davvero interessante e anomalo come movimenti: provare per credere
·         Masso di Venere, settore alto “la fessura”: quando l’avevo salita era ancora un 5C e devo dire che le braghe le avevo riempite per bene; ora è passata a 6A (più ragionevolmente), ma le emozioni quando si sale son sempre le stesse, quindi portatevi qualche pad e un paio di paratori bravi e soprattutto pulite bene prima l’uscita (nel caso in cima c’è uno spit)… sullo stesso masso anche il testpiece di Nardi “L’interruttore”, un 7C+ che vi farà vedere il mondo sottosopra
In definitiva, un bosco bellissimo, la possibilità di un po’ di solitudine e dei massi interessanti, che si vuole di più!

Il grinch
Noi qui ci siamo venuti praticamente con ogni condizione e anche di notte, armati di frontale: non dico di arrivare a tanto, ma venite a farci un giro e non ne rimarrete delusi.
Per info qui trovate un piccolo riassunto dell’area fatto qualche anno fa, la guida ufficiale è in gestazione.
 

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