venerdì 18 dicembre 2015

DEAD WINTER DEAD

Visto che da un po’ non ci dedicavo un post e visto anche che la musica per me è qualcosa di vitale, ecco qui qualche pensiero su uno degli album metal (e non solo, anche perché onestamente è davvero difficile da catalogare e anche questo è un suo punto di forza) migliori di sempre, Dead Winter Dead.
 
La band è una di quelle che non si sa bene per quale motivo, vuoi sfiga o semplice ignoranza media degli “ascoltatori”, è stata una delle più sottovalutate della storia metal così come i singoli componenti storici, in primis il defunto Criss Oliva, un chitarrista assoluto e completo purtroppo già non più presente su quest’album, e la sua mancanza in effetti si nota in alcuni punti anche se più che degnamente sostituito da Caffery. Anche questo, come altri album della band, è un concept, in questo caso incentrato sulla guerra in Bosnia e sulle vicende di 2 persone che si amano ma sono osteggiate dalla religione diversa e dal conflitto in corso (tema abbastanza attuale…); un metal più che mai sinfonico quello di quest’album, con melodie che si sviluppano in continuità e con un filo logico rigoroso, un incedere assoluto di potenza misto a periodi malinconici il tutto in 13 tracce che son decisamente poche, ogni volta che arrivo alla fine dell’album riinizio perché semplicemente non ne ho mai a sufficienza. Per me onestamente un capolavoro assoluto, difficile trovare qualcosa di paragonabile, una band che non ha mai sbagliato un colpo ma che purtroppo non è mai stata adeguatamente ricompensata (l’esatto contrario dei Metallica…) e che ha trovato come logica continuazione la “Trans Siberian Orchestra”, una vera e propria orchestra di diversi componenti che tra l’altro in questo periodo è decisamente consigliata visto che per la maggior parte ha riarrangiato canzoni di Natale. 
 
Difficile anzi per me impossibile consigliare un pezzo piuttosto che un altro, è un album da ascoltare con la giusta equalizzazione, con un bell’impianto e a volume non alto ma altissimo e al secondo ascolto già ti trovi a urlare ogni ritornello. Se proprio devo dirne una del lotto credo sia la stupenda “Not what you see”, scelta del tutto personale anche se ogni volta che metto il CD non riesco onestamente ad ascoltarne una piuttosto che un’altra, per me è da sentire tutto e basta. Immenso!
 
 

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